10 Dicembre 2024

Il passaggio di Tatyana Tomashova, dal quarto al secondo posto nella finale dei 1500 metri alle Olimpiadi di Londra 2012, è stato ufficialmente annullato. L’Athletics Integrity Unit (AIU) ha notificato al Comitato Olimpico Internazionale (CIO) questa decisione poiché l’atleta russa non ha presentato ricorso contro la squalifica di 10 anni imposta dalla Corte Arbitrale dello Sport (TAS) il 3 settembre di quest’anno per uso di sostanze proibite.

L’assurdità della situazione è evidente: la confusione che deriva dalla revoca retroattiva, inclusa la medaglia d’argento che le era stata assegnata nel 2018, dopo che le prime due arrivate alla finale di Londra 2012 erano state squalificate per doping è assolutamente evidente. Così, un risultato migliorato quattro anni dopo è stato eliminato altrettanti anni dopo ancora, creando un caos e un paradosso che non fa certo bene all’atletica!

E’ palese che la sanzione di Tomashova è basata su dati storici del Laboratory Information Management System (LIMS) dell’ex laboratorio di Mosca, che evidenziavano prove di doping diffuso nell’atletica russa. A causa della sospensione della Federazione russa di atletica, il CAS ha agito come tribunale di primo grado in questo caso, e dato che non è stato presentato ricorso, la decisione è definitiva. Ma è altrettanto vero che giocare con i risultati a distanza di molti anni è una sorta di onnipotenza che mina la regolarità delle competizioni.

World Athletics e l’AIU hanno quindi squalificato i risultati di Tomashova, notificando al CIO per la riassegnazione delle medaglie. Tomashova è ora la quinta delle tredici finaliste dei 1500 metri di quella gara a essere squalificata retroattivamente per doping. Questa è la sua seconda violazione, dopo una squalifica precedente di quasi tre anni nel 2009 per manipolazione del processo antidoping.

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