
Italy's Lamont Marcell Jacobs (L) and Filippo Tortu react after the Men's 4x100m Relay final of the Athletics competitions in the Paris 2024 Olympic Games, at the Stade de France stadium in Saint Denis, France, 9 August 2024. ANSA/ETTORE FERRARI
Filippo Tortu, ex primatista italiano dei 100 metri e campione olimpico nella staffetta 4×100 a Tokyo 2020, ha scelto di non rispondere alle domande della Procura di Milano quando è stato convocato come testimone. Ha esercitato il diritto di astensione previsto dalla legge per i familiari di un indagato, in questo caso suo fratello Giacomo, coinvolto nell’inchiesta sulla vicenda Equalize e sulle presunte attività di cyber-spionaggio. Giacomo Tortu è accusato di accesso abusivo a un sistema informatico, mentre Filippo, che non è indagato, ha preferito non entrare nei dettagli di un caso che vede coinvolto anche il suo compagno di staffetta, Marcell Jacobs.
Secondo un rapporto dei Ros, Jacobs, insieme al suo staff—tra cui l’ex allenatore Paolo Camossi, il manager Marcello Magnani e l’ex nutrizionista Giacomo Spazzini—avrebbe subito intrusioni nei propri dispositivi privati. L’inchiesta, guidata dal pm Francesco De Tommasi e dal sostituto della Direzione nazionale antimafia Antonello Ardituro, ha rivelato chat in cui Giacomo Tortu sarebbe stato il mandante della richiesta di accedere al telefono di Jacobs per estrarne le conversazioni personali. L’incarico sarebbe stato affidato all’ex poliziotto Carmine Gallo, scomparso il 9 marzo, e ai suoi collaboratori, tra cui gli indagati Lorenzo Di Iulio e Gabriele Edmondo Pegoraro.
Jacobs ha sempre escluso il coinvolgimento di Filippo Tortu, pur condannando duramente l’accaduto. “Pagare qualcuno per entrare nel mio telefono e nei miei dati è grave, inammissibile,” ha dichiarato in un’intervista a Repubblica. Ha sottolineato la violazione della sua privacy e l’intrusione nelle sue conversazioni personali, comprese quelle con la moglie. Tuttavia, non ha mai creduto alla responsabilità diretta dell’altro velocista azzurro, anche se in una puntata di Belve ha ammesso: “Se fosse stato mio fratello, l’avrei licenziato.”