16 Maggio 2025

Questo fine settimana, sabato 10 e domenica 11, si svolgeranno i Campionati di Società (CdS) di atletica leggera nella loro fase regionale. Ma chi lo sa davvero? Quasi nessuno. La manifestazione, un tempo pilastro della stagione agonistica, è oggi relegata a un evento marginale, sbiadito e ignorato, persino dalla stessa Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL), che sembra quasi voler nasconderne l’esistenza.

Eppure, negli anni ’80 e ’90, i CdS rappresentavano uno dei momenti più importanti per gli atleti non appartenenti ai gruppi sportivi militari. Erano il loro palcoscenico, la chance per mettersi in luce e gareggiare contro i professionisti appartenenti ai gruppi sportivi militari. Un momento per dimostrare che l’atletica non era solo una questione di titoli individuali ma anche di spirito di squadra. Per qualche gara, l’atletica leggera riusciva persino a somigliare al calcio, con squadre che si giocavano promozioni e retrocessioni immediate, creando aspettativa, sfide e tensione agonistica.

Le aziende lo avevano capito bene: i CdS attiravano sponsor. Con il vecchio regolamento, le squadre potevano, praticamente in un solo anno, aspirare alla Serie A, garantendo una dinamica competitiva che oggi sembra solo un lontano ricordo. Ma poi, in un lento declino, la sciagurata esclusione dei gruppi sportivi militari—Fiamme Gialle, Fiamme Oro, Carabinieri, Aeronautica, Esercito, Fiamme Azzurre—ha impoverito la competizione. Senza di loro, il livello si è abbassato, il prestigio è evaporato e l’interesse si è spento, con gli sponsor che hanno cambiato aria. Al dire il vero, si è cercato negli ultimi anni di sopperire a questa uscita dei Gruppi militari, per mezzo dell’insana idea di schierare gli atleti appartenenti ai gruppi militari, nelle società di origine che partecipano ai Cds. Esperimento che a nostro avviso, non ha fatto altro che peggiorare la situazione, bloccando di fatto, quella flebile campagna di trasferimenti, attiva negli anni ’80 e ’90.

Oggi i CdS sono una manifestazione frammentata, male regolamentata, con un campionato che nemmeno chi lo ha inventato sembra più capire. Ma la domanda resta: perché? Perché trasformare in un evento anonimo quello che per anni è stato il cuore pulsante dell’atletica italiana? Una svista? Un’operazione deliberata? Oppure solo il sintomo di una federazione che, invece di valorizzare il suo sport, lo lascia spegnersi nel silenzio?

Sabato e domenica si gareggerà, certo. Ma senza l’entusiasmo, senza la narrazione, senza quell’anima che rendeva i CdS un tempo un appuntamento imperdibile. La grande atletica italiana meriterebbe di meglio.

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