In questo triste momento dove l’Italia è in isolamento per contenere il diffondersi del Coronavirus, emerge un dato inquietante. Sembra quasi che la colpa dei contagi sia da attribuirsi ai runner o podisti, tanto che addirittura, vengono fotografati a loro insaputa mentre corrono e pubblicate le loro foto sui social. Fino ad oggi però, il decreto per contenere il contagio da Coronavirus non vieta l’attività fisica all’aperto, almeno fino a quando il Governo ci dirà che è espressamente vietata.
È chiaro anche che basta agire seguendo la legge e il buon senso. Runner e podisti, correndo in zone verdi, non in gruppo, non sono diversi da chi esce ogni giorno per andare a fare la spesa o portare fuori il cane. Correre, rispettando le regole, oggi, non può considerarsi un’attività pericolosa.
Nel frattempo, in questa caccia alle streghe nei confronti di chi corre, le società di calcio di Serie A valutano la ripresa degli allenamenti, le date e le modalità di svolgimento
Le società di Serie A che non sono state colpite dal contagio e quindi non costrette ad osservare il periodo di isolamento imposto dalla normativa, stanno studiando le modalità per poter riprendere gli allenamenti.
L’idea al vaglio è permettere ai club di allenarsi rispettando le regole per evitare il contagio: distanza di un metro, accesso agli spogliatoi a gruppi di quattro e senza l’utilizzo del pallone.
Queste alcune date fissate per la ripresa degli allenamenti:
Cagliari – 21 marzo
Lazio – 23 marzo
Lecce – 23 marzo
Milan – 23 marzo (in attesa di ulteriori aggiornamenti)
Napoli – 23 marzo
Udinese – 23 marzo
Atalanta – 24 marzo
Parma – 25 marzo
Sassuolo – 25 marzo
Brescia – 28 marzo
Quindi cosa possiamo dedurre, ci sono forse due pesi e due misure? Oppure i calciatori come sempre, usufruiscono di una diversa legislazione?