9 Dicembre 2024

C’è sempre tempo per portare avanti progetti e cercare di raggiungere i propri sogni difficili ma non impossibili. 

Il titolo italiano è un gran risultato a seguito di allenamenti duri con la consapevolezza che si può rappresentare la propria nazione in gare internazionali con responsabilità e orgoglio. 

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Damiano attraverso risposte ad alcune mie domande. L’evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? Campionati Italiani 2023. Non mi sentivo del tutto in forma a causa di un dolore al gomito, ma durante la gara ho capito che non mi avrebbe pregiudicato e sono riuscito a esprimermi bene e a divertirmi. Arrivando a giocarmi la volata finale con lucidità, anticipando gli avversari e prendendoli alla sprovvista. In quell’occasione mi sono davvero sentito ripagato di tanti sacrifici. 

Sogni realizzati, da realizzare, rimasti incompiuti? Vincere il titolo italiano è sicuramente un sogno realizzato. Spero di poter vestire la maglia della nazionale in una gara internazionale. Per i sogni incompiuti è ancora presto. 

Il 24 giugno 2023, Damiano ha vinto i Campionati Italiani Handbike categoria MH4, precedendo Christian Giagnoni e Alessandro D’Onofrio.  

Quando si vince, si raggiunge un obiettivo importante, difficile, sfidante, ma non impossibile significa che si è preparati bene, allenati duramente, creduto tanto con passione, consapevolezza, fiducia e resilienza. 

Cosa sperimenti prima, durante, dopo una gara? Generalmente nei momenti precedenti la gara provo una sorta di tensione che talvolta mi fa dubitare di essermi preparato adeguatamente o di non essere del tutto all’altezza dei miei avversari. Con il tempo ho imparato a gestire i segnali che la mente e il corpo mi inviano in quei momenti, cercando di trasformarli in energia positiva.  Dopo la partenza cerco di divertirmi e pensare che ho lavorato tanto per godermi quei momenti, ma contestualmente studio gli avversari e analizzo come mi sento e come sto. Alla fine, la stanchezza si mescola alla soddisfazione o talvolta alla delusione se non sono riuscito a centrare gli obiettivi prefissati.

Dietro la performance c’è tanta preparazione, dubbi, pensieri, tensioni ma anche tanto controllo della situazione in gara per cercare di fare del proprio meglio.

Hai sperimentato il limite nello sport? Si. Molte volte, sia in allenamento che in gara. Quando mi rendo conto che le braccia non ne hanno più e vedo i miei avversari allontanarsi senza che io riesca a spingere più forte per non farli andare via.

La pratica di uno sport oltre che al benessere porta a sperimentare la performance cercando di spingersi sempre un po’ oltre ma con la consapevolezza che a tutto c’è un limite ma bisogna crederci fino alla fine e cercare di fare del proprio meglio apprendendo sempre da ogni esperienza, per cercare di far meglio la volta successiva.

L’evento sportivo più estremo o più difficile? Non lo definirei estremo, però alcune gare di Coppa del Mondo di handbike lunghe oltre 80km e spinte sempre a tutta mi hanno davvero provato.

Lo sport praticato ad alti livelli per eccellere tra i primi nella propria nazione e competere a livello internazionale porta ad allenarsi duramente per ben figurare e mettersi in gioco confrontandosi con se stessi e con i più forti al mondo. 

Ritieni utile lo psicologo nello sport? Assolutamente si. Ne ho fatto ricorso in un periodo particolare del mio percorso di sportivo. 

Prossimi obiettivi a breve, medio, lungo termine? Per ora solo obiettivi a medio lungo termine. Per quest’anno mi prendo un periodo di ‘riposo’ dopo un inverno-primavera impegnativo sia dal punto di vista sportivo che nella vita di tutti i giorni essendo diventato papà nell’ottobre 2023.

Tantissimi auguri a Damiano per la sua paternità che gli cambia un po’ la vita dovendosi riorganizzare avendo persone e passioni a cui dedicarsi.

A chi ti ispiri? Sei di ispirazione per qualcuno? Non c’è un personaggio in particolare a cui faccio riferimento. Se sono di ispirazione non lo so, ma spero di essere riuscito a trasmettere qualcosa di positivo agli altri con il mio impegno.

Cosa dicono di te familiari, amici, colleghi di lavoro, fan? Che sono uno che non molla mai e che da sempre il massimo in ciò che fa e che sembra avere energie infinite. Ma devo confessare che anche le mie di batterie ogni tanto si scaricano.

Chi riesce in qualcosa sicurametne è di ispirazione per altri per la sua motivazione, costanza,impegno, grinta, resilienza.

Più ci si mette in gioco, più di fa esperienza e più si riesce sia nello sport che nella vita, incrementando autoconsapevolezza, autoefficacia e resilienza, tutto il resto diventa non problematico, fattibile, affrontabile, superabile.

Cosa dà e cosa toglie lo sport? Da consapevolezza, allena alla fatica e ad avere sempre ben presente l’obiettivo, soddisfazioni. Toglie tempo, energie, a volte rischia di inaridire alcuni rapporti interpersonali perché a certi livelli rischia di diventare totalizzante.

In che modo lo sport ti aiuta nella vita quotidiana? È una palestra di vita. Se nello sport impari la disciplina, la capacità di riconoscere i tuoi limiti, la costanza nel perseguire i tuoi obiettivi, avrai in tasca degli strumenti da usare anche nelle sfide di tutti i giorni. 

Lo sport a volte diventa davvero molto salutare e benefico, una grande palestra di resilienza, facendo sempre attenzione a non farsi assorbirsi troppo e a non farsi prendere troppo dalla competizione e dal successo, Nella vita ci sono tanti orti da coltivare oltre alla propria passione, è importante trovare un giusto equilibrio dedicando tempo a se stessi ma anche alle relazioni, e altri campi quali studio che non finisce mai, al lavoro. 

Che significato ha per te un personal best, podio, sconfitta? Un personal best che sto semplicemente lavorando bene, un podio che per quella volta sono stato più bravo dei miei avversari. Una sconfitta un momento per analizzare il lavoro fatto e cercare di capire dove migliorare il lavoro in allenamento. 

Tutto serve, tutto ha un senso, si apprende da ogni situazione piacevole o spiacevole e si riparte sempre per andare oltre, per far meglio, per organizzarsi meglio, per potenziare eventuali criticità, per puntare in alto e verso nuovi obiettivi stimolanti.

Quali sono gli ingredienti del successo? Determinazione, divertimento, passione.

Cosa ti spinge a fare sport? Divertimento prima di tutto e poi quella energia positiva che si prova dopo aver fatto fatica. 

Gli allenamenti più importanti? Quelli che non si ha voglia di fare. Quelli che allenano la fatica mentale, indispensabile per superare la propria zona di confort. Nel mio caso sono quelli noiosi, ripetitivi che non regalano adrenalina ma sono allenamenti di routine.

Bella questa risposte ed è pura verità, con le cose facili non si arriva da nessuna parte, bisogna allenarsi alla fatica per saperla affrontare poi in gara e nella vita, simulare il più possibile le difficoltà di gara e della vita per accettarle prima di tutto e poi capire come gestirle, affrontarle, superarle rinforzandosi sempre e guardandosi indietro per apprezzare quello che si è riusciti a fare.

Cosa diresti a te stesso di 10 anni fa? Che la vita è imprevedibile e nulla mi sarà precluso se ciò che mi muove è la passione.

Questo è vero, niente è scontato, niente è per sempre, bisogna accettare quello che c’è ora e fare del proprio meglio con quello che c’è, andando sempre avanti.

Una parola o frase che ti aiuta nei momenti difficili? Non ho un mantra o una frase specifica, ma penso spesso che ho passato di peggio nei momenti immediatamente successivi all’incidente, e che quindi posso farcela anche questa volta.

Damiano è riuscito a superare il brutto periodo dopo un incidente nel 2013 e si è riorganizzato e rimesso in gioco grazie allo sport paralimpico. Si può dire che Damiano ha sperimentato una crescita post traumatica, capendo quello che poteva fare ora e infatti oltre a praticare handbike a livello nazionale e internazionale ha scritto il libro “La musica è nella mia testa” e nel 2021 fonda assieme agli amici l’Asd Restart Sport Academy https://www.restartsportacademy.it/, associazione sportiva dilettantistica paralimpica che permette agli atleti di gareggiare nel paraciclismo e promuove percorsi di inclusione sociale a ragazzi con disabilità, facendo conoscere il valore dello sport e della vita. 

Il Progetto nasce a Padova con l’obiettivo di aiutare ragazze e ragazzi con disabilità a ripartire grazie allo sport creando un ambiente sereno dove possano riappropriarsi della propria socialità e vita, stando insieme e divertendosi. Il progetto ha l’intento di coinvolgere i ragazzi nella pratica del paraciclismo permettendo a tutti di gareggiare, di trovare un ambiente di condivisione e supporto e, ai più meritevoli e talentosi, dare strumenti e mezzi per una convocazione in Nazionale. 

C’è qualcuno che ti incoraggia o scoraggia nelle tue imprese sportive? Ho solo persone che mi incoraggiano, e che a volte vorrebbero anche spingermi a fare cose ancora più grandi. Mi sono molto vicini la mia ragazza Valeria, i miei genitori e gli amici.

Cosa hai scoperto del tuo carattere facendo sport? Che a volte ciò che mi frega è l’ansia di voler dimostrare che sono bravo. Nello sport questo è qualcosa che rischia di diventare un boomerang. Nel tempo ho imparato a limare questo aspetto del mio carattere e fare le cose non per avere l ‘approvazione ma perchè prima di tutto mi piace farle.

In effetti è una questione di giusta motivazione o meglio una motivazione equilibrata, meglio prima di tutto una motivazione interna, intrinseca, per il piacere di fare le cose e poi per i premi, gli applausi, riconoscimenti, apprezzamenti, meglio che ci siano entrambe le motivazioni per star bene ed eccellere allo stesso tempo.