9 Dicembre 2024

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atleticanotizie: Andrew Howe che ormai da quattro mesi si allena a Goteborg sotto la guida di Yannick Tregaro, gia’ coach di big dei salti come Christian Olsson e Kajsa Bergqvist racconta la sua esperienza in Svezia. La vita è tranquilla, la gente e’ pacifica, ma estremamente precisa ed io mi ci sono trovato subito alla grande prosegue il Campione-Le mie giornate qui sono molto regolari. Da un po’ ho iniziato anche una dieta e ho gia’ perso un chiletto abbondante. Nemmeno mi accorgo che qui fa buio tardissimo, perche’ per fortuna dormo come un sasso”. Pronto al rientro? “In realta’ avrei dovuto esordire giovedi’ in Finlandia a Turku, ma con Yannick ci siamo resi conto che non ero ancora pronto. Meglio rimandare di un paio di settimane. Un po’ di tempo fa ho avuto un piccolo risentimento, nulla di serio, ormai sono abituato a conviverci con certi doloretti!”. Prossima destinazione: “Un meeting entro meta’ luglio e poi gli Assoluti di Torino”. Va ricordato che l’ultima apparizione di Howe da lunghista è stata il 29 settembre del 2013 in occasione della Finale Oro dei Societari Assoluti di Rieti: in quell’occasione il 30enne dell’Aeronautica saltò un modesto per lui 7,33.

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Nel frattempo la mamma Renée Felton da agosto sarà a Terni, lontana dal figlio, al San Valentino sporting club dove rimarrà a disposizione di atleti e associazioni per assisterli nella preparazione atletica. La preparatrice atletica statunitense collaborerà per la stagione agonistica 2015/2016 con il centro sportivo. Oltre ad essere la mamma di Andrew Howe , lunghista della nazionale italiana di atletica leggera, la Felton è anche un’allenatrice affermata che vanta un folto curriculum, con più di 15 anni di esperienza a livello internazionale in atletica leggera. Tra le sue specializzazioni ci sono biomeccanica, velocità, forza, terapia di riequilibrio del corpo e miglioramenti generali delle prestazioni. «Il mio lavoro come preparatrice atletica a Terni – ha spiegato la Felton – è nato quasi per caso, grazie a un atleta dei Terni Steelers. Si è poi estesa a bambine della scherma e ad altri sport, dove in generale sono riuscita a portare grandi progressi anche in casi di infortuni che si protraevano nel tempo. Questa collaborazione – ha concluso – mi rende felice perché posso contribuire a formare piccoli atleti, ma anche aiutare i più grandi che non sono in grado di risolvere alcuni dei loro problemi fisici. Dove arrivo, riparo: il mio motto è ‘If a talent is broken, I can fix it’ (se un talento è danneggiato, io posso ripararlo)».