21 Aprile 2025

Continua la nuova serie di articoli dell’amico Giuseppe Baguzzi, sempre preziosissimo, celebra gli atleti italiani che vestono la maglia azzurra, simbolo della Nazionale italiana, indipendentemente dal colore della pelle o dalle origini. Racconta le loro storie personali, le passioni e i sacrifici fatti per rappresentare il Paese. Attraverso le biografie della Fidal, emerge il lato umano degli atleti, descritti come “ragazzi della porta accanto,” e il senso di appartenenza che trasmettono ai tifosi, che li sostengono con entusiasmo nelle competizioni..

Oggi parliamo di Iliass Aouani30 anni il prossimo settembre, è nato in Marocco e si è trasferito con la famiglia in Italia a due anni e proprio ieri nuovo Campione Europeo di Maratona. Ha iniziato a correre a Milano, per poi studiare e laurearsi negli Usa. La carriera nell’atletica leggera è stata invece sempre nel segno dei colori azzurri: ora è allenato a Ferrara da Massimo Magnani. Era già l’atleta di punta del movimento azzurro, senza però grandi affermazioni, almeno fino a questa impresa sulle strade del Belgio. Aouani, in un gara lenta per le difficoltà climatiche e del percorso, ha saputo gareggiare perfettamente dal punto di vista tattico.

È il gran giorno dell’ingegnere milanese, autore di una gara da protagonista, sempre nelle posizioni di testa prima dell’azione decisiva per chiudere battendo i tre israeliani: Gashau Ayale (2h09:08), superato nel duello finale, poi il vicecampione mondiale Maru Teferi, bronzo in 2h09:17, e Haimro Alame, quarto con 2h09:27. Dopo aver ripreso il fuggitivo Bukayawe Malede, anche lui israeliano, l’azzurro si è ritrovato isolato contro tre atleti di Tel Aviv. Ma non ha sbagliato neanche una mossa. Prima, con un allungo, si è liberato di Alame e Teferi. Poi ha lasciato guidare la volata ad Ayale, per superarlo di passo e involarsi da solo verso il traguardo.

Già primatista nazionale (2h07:16 nel 2023 a Barcellona), Aouani coglie il risultato più importante della carriera. Nella maratona maschile per l’Italia è il sesto oro europeo della storia, dopo quelli di Gelindo Bordin (1986 e 1990), Stefano Baldini (1998 e 2006) e Daniele Meucci (2014).