12 Ottobre 2024

Nessuno se lo sarebbe aspettato. Forse neppure lei, prima della gara, avrebbe scommesso un euro sulla conquista della medaglia d’argento nei 10.000 metri. Invece Nadia Battocletti ha fatto il miracolo al termine di una prova esaltante, favolosa, paragonabile solo all’oro ottenuto sulla stessa distanza da Alberto Cova quarant’anni fa nei giochi di Los Angeles 1984.

Lei con la sua corsa leggera, con i piedi che sembrano sfiorare la pista, riducendo al minimo il tempo di contatto con il suolo, dando l’impressione di non fare fatica.

Lei che da sola ha sfidato l’Africa, unica perla bianca, splendente e sfavillante, nel terreno di caccia delle tante perle nere.

Lei che non viene dagli altipiani del Kenya o dell’Etiopia, ma semplicemente dalla valle di Non, in Trentino, la patria delle mele Melinda (tra le migliori al mondo), dove ci sono posti da favola come Cles, il lago artificiale di Santa Giustina con la famosa diga, paesi come Cavareno, Coredo, Sarnonico, Fondo, Malosco e Ronzone ignoti al turismo di massa ma incastonati in quella che si può definire “la valle dei canyon” di incredibile bellezza.

Lei che ha tenuto una condotta di gara al limite della perfezione, sempre nelle posizioni di vertice, controllando e reggendo il ritmo delle avversarie, senza mai farsi staccare, ed uscendo nel finale insidiando la vincitrìce keniana Chebet fino all’ultimo metro, e battendo la campionessa olimpica uscente Hassan, famosa per le sue volate vincenti, che non è riuscita a guadagnare neppure un centimetro.

Lei che si è lasciata alle spalle dei “mostri sacri” del fondo mondiale quali le keniane Kipkemboi e Rengeruk, e le etiopi Tsegay, Tesfay e Gebreselama.

Lei che dopo il primato italiano sui 5000 di quattro giorni prima in 14’31”64 e la cocente delusione per aver solo sfiorato il podio, si è presa una grande rivincita andando a conquistare un argento nella distanza doppia e sempre a suon di nuovo record italiano in 30’43”35.

Lei che non ha bisogno dei tanti ‘guru’ in circolazione, ma è semplicemente allenata dal papà Giuliano, ex valido fondista e maratoneta, bronzo ai mondiali juniores del 1994 ed oro europeo a squadre nel cross del 1998.

Lei che a soli 24 anni è la più fulgida realtà dell’atletica femminile azzurra.

Tutto questo è Nadia Battocletti, atleta-simbolo del movimento atletico femminile italiano. Perché il lavoro fatto nei duri allenamenti paga. Sempre. E lei lo dimostra.