
La marcia, una disciplina che ha attraversato decenni di storia olimpica, sembra essere destinata a un futuro sempre più marginale. I Giochi di Los Angeles 2028 segnano un ulteriore passo in questa direzione: sarà disputata una sola gara di marcia, con l’eliminazione del format a coppie miste che aveva fatto il suo debutto a Parigi 2024. Un esperimento che, evidentemente, non ha raccolto l’approvazione necessaria per proseguire, venendo accantonato già alla sua prima edizione.
Nel frattempo, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) sta cercando nuovi modi per rendere le competizioni più inclusive e spettacolari. Sono stati introdotti eventi che prevedono la partecipazione contemporanea di uomini e donne, con l’obiettivo di celebrare l’uguaglianza di genere e aumentare l’interesse del pubblico. In atletica, questa trasformazione ha comportato una riduzione del programma tradizionale, preferendo invece puntare sulla staffetta 4×100 mista, una gara che promette dinamismo e un forte impatto mediatico.
Questi cambiamenti riflettono una tendenza generale delle Olimpiadi, in cui tradizione e innovazione si intrecciano. Da un lato, si cerca di preservare l’essenza storica dei Giochi; dall’altro, si esplorano strade nuove per rispondere alle esigenze di una società in evoluzione. Tuttavia, il declino della marcia solleva interrogativi sulla direzione che il mondo dello sport sta prendendo. È davvero possibile conciliare spettacolarità e rispetto per discipline che, pur meno popolari, sono state parte integrante dell’eredità olimpica?
Con Los Angeles 2028 all’orizzonte, resta da vedere se questi cambiamenti saranno accolti come un passo verso un futuro più equilibrato o come una perdita irreversibile di tradizione.