
La marcia, una disciplina che ha regalato immense soddisfazioni all’atletica italiana, si trova oggi a vivere un momento di grande difficoltà. La cancellazione della 50 km, una delle gare più iconiche e impegnative, ha suscitato polemiche e indignazione tra gli appassionati e gli atleti. Questo cambiamento, deciso dal Presidente della World Athletic, Lord Sebastian Coe, è percepito da molti come un ulteriore passo verso la marginalizzazione di una disciplina che ha sempre rappresentato un simbolo di resistenza, tecnica e dedizione.
La nuova Presidentessa del CIO, Kirsty Coventry, eletta recentemente come prima donna e africana a ricoprire questo prestigioso ruolo, è chiamata a confrontarsi con le sfide che riguardano il futuro dello sport olimpico. Tra queste, emerge con forza la necessità di rivalutare la marcia e di ascoltare le voci di chi, come i numerosi followers di Atleticanotizie, esprime il proprio disappunto per la direzione intrapresa. La nostra piattaforma, che da anni raccoglie il sentimento di tutti gli appassionati di atletica, senza discriminazione di sorta, ha evidenziato quanto questa decisione abbia colpito il cuore di chi ama la marcia e ne riconosce il valore storico e culturale.
La marcia, con le sue regole rigorose e il suo gesto atletico unico, è stata spesso considerata una disciplina “di nicchia”. Tuttavia, è proprio questa unicità che l’ha resa speciale e ha permesso all’Italia di brillare in competizioni internazionali, accumulando oltre 200 medaglie in eventi di prestigio. La cancellazione della 50 km e la riduzione delle distanze sembrano riflettere una tendenza più ampia: quella di dividere le specialità dell’atletica, privilegiando quelle ritenute più “spettacolari” o “commerciali” a scapito di quelle meno conosciute.
Questo appello alla Presidentessa Coventry vuole essere un invito a riflettere sul valore intrinseco della marcia e sul suo ruolo nel panorama olimpico. La marcia non è solo una gara; è una celebrazione della perseveranza, della tecnica e della storia. È fondamentale che il CIO, proprio sotto la guida di Coventry, lavori per garantire che tutte le discipline, indipendentemente dalla loro popolarità, (chissà poi qual’è il metro di giudizio) ricevano il rispetto e l’attenzione che meritano.
La speranza è che la marcia possa tornare a occupare il posto che le spetta, non solo come disciplina olimpica, ma come simbolo di ciò che lo sport rappresenta: unione, inclusione e rispetto per la diversità. Kirsty Coventry, con la sua esperienza e il suo impegno per l’innovazione, ha l’opportunità di fare la differenza e di lasciare un segno indelebile nella storia dello sport. La marcia, e chi la ama, attende con fiducia.
J’ espère ( inutilement) qu’ on revienne au règlement et style précédents: les 2 jambes tendues au sol et pas cette espèce de trot avec les jambes en contact avec le sol mais fléchies, qui a fait progresser spectaculairement les temps au détriment du style.