Noah Lyles, campione olimpico dei 100 metri di Parigi, ha parlato apertamente delle difficoltà che comporta gestire la fama e combattere i problemi mentali.
Nonostante i suoi successi, tra cui anche un bronzo olimpico nei 200 metri, Lyles ha evidenziato che il costo del successo è molto più complesso di quanto sembri. Durante un’intervista esclusiva al podcast Beyond The Records, il 27enne ha condiviso le sfide che hanno segnato la sua vita.
“Non guadagno abbastanza soldi per assumere una sicurezza privata 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ma sono abbastanza popolare da essere notato ovunque vada”, ha spiegato Lyles. Il suo record personale di 19,31 secondi nei 200 metri è il record americano e lo rende il terzo uomo più veloce di tutti i tempi. Tuttavia, le sue parole mettono in luce una realtà spesso ignorata: i guadagni nell’atletica sono significativamente inferiori rispetto a quelli degli sport professionistici più remunerativi, come il calcio o il basket.
Lyles ha anche discusso come la fama abbia influenzato la sua salute mentale. Durante le Olimpiadi di Parigi, ha lottato con problemi di salute mentale, trovando difficile gestire il riconoscimento costante e l’invasività della notorietà. Anche nei momenti di celebrazione, era costretto a isolarsi nel villaggio olimpico e a mangiare a orari strani con la sua fidanzata, Junelle Bromfield, che lo ha sempre supportato.
Sottolineando l’importanza di stabilire dei limiti personali, Lyles ha raccontato di una conversazione con un famoso attore che gli chiedeva consigli su come gestire l’attenzione del pubblico. “Le persone si avvicinano e ti toccano perché sentono di conoscerti. Sono cresciuti con te; ti hanno visto attraverso gli schermi”, ha spiegato Lyles.
Le parole di Lyles ci ricordano che, nonostante i brillanti successi e le medaglie, gli atleti dell’atletica leggera devono spesso affrontare sfide significative sia dal punto di vista economico che personale. Questo contrasto mette in evidenza la differenza di guadagni tra l’atletica e gli sport professionistici più ricchi, dove le risorse per la gestione della fama e del benessere mentale sono spesso più accessibili.