Il quarto posto ottenuto ai giochi di Parigi dalla staffetta azzurra maschile della 4×100 ha lasciato un po’ di amaro in bocca agli appassionati di atletica e pure, ci sembra di capire dalle interviste di fine gara, ai quattro protagonisti, nonostante le affermazioni ’di facciata’ che… si vince o si perde in quattro, lasciando sottintendere che non è mai colpa di uno o l’altro, ma che eventuali errori vengono ripartiti tra tutti i componenti ed attribuiti al team e non ai singoli.
D’accordo su tutto, sulla impostazione data dai tecnici al concetto di “squadra” che è fondamentale per ottenere un risultato di assieme. Con tale criterio (comune a tutte le formazioni) non è colpa di Coleman né di Bednarek per lo scriteriato primo cambio della staffetta statunitense (non nuova, tra l’altro, a simili “distrazioni”) poi squalificata per cambio fuori-settore, né dei tecnici che ne hanno deciso la composizione, né di entrambi gli atleti coinvolti. Si è trattato evidentemente di una “incomprensione” tra i due velocisti al passaggio del testimone dovuta probabilmente, oltre alla eccitazione del momento, al fatto che, essendo tutte raggruppate le squadre, il comando di “hop” da parte di chi consegna si è confuso con altri “hop” inducendo in errore il ricevente. E’ successo così che Bednarek è partito in netto anticipo rispetto all’arrivo di Coleman, cosa che lo ha costretto a rallentare e ad effettuare il cambio praticamente da fermo, con Coleman che gli è piombato letteralmente addosso.
Ma torniamo alla staffetta azzurra che, dopo la qualificazione avvenuta per ripescaggio nonostante il quinto posto della semifinale grazie al 38”06 ottenuto, è stata modificata con l’ingresso di Patta al posto di Desalu in terza frazione. Ma, per capire meglio la situazione, vediamo gli split dei singoli (cioè i tempi parziali di ogni frazionista rilevati elettronicamente al momento del passaggio del testimone perché, lo ricordiamo, è proprio il testimone il protagonista che deve arrivare al traguardo e non l’atleta che lo porta alla fine) perché per assurdo una squadra potrebbe anche tagliare il traguardo per prima, ma se non ha il testimone non ha vinto niente.
Giova ricordare, per capire meglio le differenze esistenti, che il primo frazionista parte da fermo, dai blocchi, ed ha un tempo di reazione allo sparo che non può essere inferiore a 100 centesimi (pena la squalifica per partenza anticipata, quindi falsa) e che mediamente si assesta attorno ai 180-200, mentre i successivi tre frazionisti effettuano il cambio in una zona di 20 metri quindi già in movimento in sincrono con il compagno che arriva e passa il testimone. Questo implica che il primo frazionista percorra circa 110 metri e che l’ultimo ne faccia poco più di 90.
In qualificazione i 4 azzurri hanno fatto segnare nelle rispettive frazioni:
Melluzzo 10”34 Jacobs 9”21 Desalu 9”35 Tortu 9”17 tempo totale 38”07
Nella finale:
Melluzzo 10”40 Jacobs 8”96 Patta 9”12 Tortu 9”20 tempo totale 37”68
Il cambio tra Patta e Desalu ha fatto guadagnare 23 centesimi quindi è stato positivo, inoltre Melluzzo è leggermente peggiorato di 6 centesimi (rimanendo comunque il migliore primo frazionista delle formazioni finaliste) come pure Tortu di 3 centesimi, mentre Jacobs è migliorato di ben 25 centesimi.
In tutto (23+25 guadagnati e 6+3 peggiorati) il quartetto nella finale ha beneficiato di 39 centesimi in meno rispetto alla qualificazione, ma è rimasto a soli 7 centesimi dal bronzo degli inglesi.
Ed allora sorge spontanea la domanda: perché, visto che comunque qualcosa è stato cambiato rispetto alla formazione di Tokyo di tre anni fa, non si è pensato di infilare Ali in ultima frazione, visto che Tortu era anche affaticato dai due turni sostenuti nei 200 metri? Forse perché Ali non aveva mai corso prima in staffetta e non poteva garantire la stessa sicurezza di Tortu? In fin dei conti non avrebbe dovuto fare altro che ricevere il testimone da Patta e azionare le sue lunghe leve il più velocemente possibile. Ed è uno che è già sceso fino a 9”96 sulla distanza. Lungi da noi l’idea di sollevare una polemica che potrebbe intaccare gli equilibri di squadra.
Ma ci piacerebbe (e sarebbe gradito anche i lettori) che l’organo tecnico ci possa dare una risposta, magari semplicemente per dire che Ali era affaticato o comunque non dava garanzie come Tortu.
Grazie anticipate.