21 Aprile 2025

Chi avrebbe mai pensato che un semplice, misero centimetro potesse essere capace di intristire oppure esaltare un atleta, di mandarlo in Purgatorio oppure ascenderlo al Paradiso, di essere maledetto una volta e benedetto un’altra. Eppure è sempre quel semplice e misero centimetro: che colpa ne ha? Lui è solo un’unità di misura. E neppure tanto importante se rapportata al metro. Vuoi mettere un metro? Ce ne vogliono cento di quei semplici e miseri centimetri…

Ebbene per Mattia Furlani il ‘derelitto’ centimetro ultimamente ha voluto dire molto per lui, è stato denso di significati, gli ha procurato un po’ di tristezza ma anche una infinita gioia.

Pensate un po’ cosa gli è capitato negli ultimi 15 giorni.

L’8 marzo nella finale del lungo agli Europei indoor di Apeldoorn Mattia salta 8.12 alla quinta prova e il bulgaro Saraboyukov azzecca all’ultimo salto un 8.13 che gli vale l’oro, mentre Furlani si deve accontentare dell’argento. Immaginiamo la delusione dell’azzurro nel momento in cui cavallerescamente è andato a complimentarsi con l’avversario. Perdere una gara quasi vinta, specie all’ultimo salto, non piace a nessuno. Ed inoltre per un solo, semplice e misero centimetro.

Mattia, dopo il momento iniziale con qualche lacrimuccia, deve averci rimuginato sopra (insieme con mamma Kathy, sua allenatrice) per i successivi 14 giorni ripromettendosi vendetta, sì tremenda vendetta contro la sorte avversa.

Arriva così domenica 23 marzo, finale dei Mondiali indoor di Nanchino, nella lontana Cina, dove Mattia affronta tutti i migliori attuali saltatori in lungo del pianeta. Dopo un nullo iniziale spara un 8.30 alla seconda prova lasciando soltanto 2,5 centimetri all’asse di battuta e sorpassando i precedenti 8.28 ottenuti dal giamaicano Pinnock e dall’australiano Adcock.

Al quarto tentativo il giamaicano, argento ai giochi olimpici di Parigi, si migliora fino a 8.29 ma Furlani gli risponde con un 8.28 che significa la sua seconda miglior misura. All’ultima prova gli avversari finiscono con un nullo, nel tentativo di imbroccare la miglior pedana possibile, e l’azzurro sigla la sua prestazione con l’8.21 finale, ormai certo della vittoria. A soli 20 anni Mattia si laurea campione mondiale indoor della specialità battendo tutti i migliori. Primo atleta italiano a vincere l’oro iridato nel lungo.                             Furlani 8.30, Pinnock 8.29 e Adcock 8.28. Tre atleti nello spazio di due centimetri. Oro per un solo, semplice, misero, ma stavolta meraviglioso e benedetto centimetro. Vendetta è fatta.

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