10 Dicembre 2024

La pratica di uno sport permette di mettersi in gioco, di sperimentarsi in allenamento e in gara, da solo o con avversari, apprendendo sempre dall’esperienza e cercando di fare sempre meglio sperimentando sia benessere che performance.

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Rossano (classe 1957) della Tobacco Museum Modena, attraverso risposte ad alcune mie domande. 

Qual è stato il tuo percorso nello sport? Da piccolo abitando con mio fratello più grande di due anni a 4 km dal paese, di corsa andavamo in centro per comprarci i chewing gum e da lì intrapresi la passione per la corsa.

A volte abbiamo potenzialità e risorse nascoste che escono fuori e conosciamo per caso, così può essere per lo sport come la corsa che si prova a correre per necessità, bisogno, esigenza e poi si scopre che è una cosa che piace e appassiona e si può sperimentare sia benessere che performance applicandosi con impegno e costanza e ottenendo anche risultati prestigiosi.

Quando ti sei sentito campione nello sport? Non mi sono mai sentito un campione nello sport. Amavo quel che facevo e lo facevo con passione. Il mio obiettivo era sempre superare me stesso.

Nello sport cosa e chi contribuiva al tuo benessere e/o performance? L’affiatamento che c’era tra noi podisti… Amici nella vita, nemici in gara.

Quale tua esperienza passata ti rende più sicuro di potercela fare? Dopo ogni delusione mi rialzavo e intensificavo gli allenamenti per puntare a obiettivi successivi ma non mi sono mai sentito sicuro.

La pratica dello sport porta a fare del proprio meglio per superare se stessi e gli altri, a volte si fanno ottime prestazioni sportive e altre volte non si è soddisfatti di quello che si riesce a fare in allenamento o in gara ma ogni volta bisogna apprendere dall’esperienza, rialzarsi e cercare di fare meglio la prossima volta, applicandosi più intensamente o in modo diverso.

Cosa pensano familiari, amici, colleghi della tua attività sportiva? Tutti mi hanno sostenuto e incoraggiato.

Un episodio curioso, divertente, triste, bizzarro della tua attività sportiva? Quando dovetti partecipare alla maratona di Mirandola dove a farmi assistenza doveva essere mio fratello ma 5 giorni prima perse la vita in un tragico incidente stradale. Partecipai ugualmente a quella manifestazione, era il mio modo per agire al dolore, riuscii ugualmente a vincere e dedicai la vittoria a lui.

Purtroppo succedono tragici eventi e si è in difficoltà nei giorni successivi all’accaduto per dolore e sofferenza, la pratica di uno sport può aiutare a elaborare l’accaduto e viene voglia di fare qualcosa per la persona che è venuta a mancare come dedicargli una prestazione, un pensiero, una medaglia, una vittoria.

Rossano ha vinto per 4 anni consecutivi la Maratona dei 6 Comuni a Mirandola (MO): il 25 Settembre 1983 in 2h22’23”, il 23 Settembre 1984 in 2h26’06”, l’8 settembre 1985 in 2h26’57” e il 14 Settembre 1986 in 2h33’27”. 

Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport? Non sono un talento, per raggiungere tali obiettivi, ho dovuto lavorare tantissimo. Le mie caratteristiche sono tanta passione e tenacia.

Per raggiungere obiettivi sfidanti, difficili e ambiziosi non bisogna avere solo il talento ma tanta passione e amore in quello che si fa e voglia di continuare a mettersi in gioco nonostante gli insuccessi.

Per quali aspetti e fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Mai avuto bisogno di uno psicologo anche se in certi casi ritengo che sia utile.

L’evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? Ho avuto tante forti emozioni e soddisfazioni. Mi piace ricordare il titolo italiano primo assoluto tra i FIDAL amatori. le due vittorie della Pistoia-Abetone e il Giro di Romagna.

Il 10 Luglio 1983 Rossano, alla giovanissima età di 26 anni, ha vinto l’ultramaratona Pistoia-Abetone 53km in 3h36’18” precedendo di pochi secondi Andrea Pescia 3h36’38”, completa il podio Moreno Gazzarini 3h44’45”, giù dal podio Vito Melito 3h51’25”. Quell’anno la Tobacco Museum Modena piazzò 4 atleti nei primi 8, oltre a Rossano c’erano i tre fratelli Elvino, Pietro e Loris Gennari arrivati rispettivamente 6°, 7° e 8° posto a 1 secondo l’uno dall’altro 4h09’17”, 4h09’18”, 4h09’19”.

Il 25 aprile 1985, Rossano ha vinto anche la 50 km di Romagna in 2h51’15” precedendo Pietro Gennari 2h57’13” Tomas Rusek (Cedoslovacchia) 2h58’21”. Al 7° e 8° posto si classificarono i gemelli Loris ed Elvino Gennari con crono uguale di 3h03’15”. Tra le donne vinse Romana Colzi in 3h53’37”, precedendo Anna Zacchi 3h59’27” e Flora Battaglia Gennari (moglie di Elvino Gennari) 4h00’19”.

L’anno successivo, il 25 aprile 1986, Rossano arriva secondo in 2h55’51”, gara vinta da Tazio Tamburini in 2h54’26” mentre in terza posizione si classifica Pietro Gennari 2h57’13” (stesso tempo anno precedente), giù dal podio Vito Melito 2h58’16”.

Il 25 Aprile 1988 Rossano si classifica terzo alla 50 km di Romagna in 2h52’, preceduto da Loris Pizzirani 2h50’ e dal vincitore Giovanni Lorenzini 2h48’32”.

Il 10 luglio 1988, Rossano bissa la vittoria alla Pistoia-Abetone in 3h41’57”, precedendo Giorgio Pigoni 3h48’59” e l’ungherese Gyula Polzos 3h53’41”.

La tua situazione sportiva più difficile? Quando causa incidente mi ruppi la clavicola un mese prima del Passatore.

Come hai affrontato, gestito, superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Lavorando intensamente sia fisicamente che psicologicamente.

Cosa hai scoperto di te stesso e degli altri nella pratica dello sport? Essendo sempre stato una persona timida e insicura, il podismo mi ha dato sicurezza e convinzione delle mie capacità.

La pratica di uno sport aiuta a focalizzarsi su se stesso, proprie capacità, caratteristiche, qualità, a trovare risorse interne utili in caso di necessità.

Prossimi obiettivi? Sogni da realizzare? Nessun obiettivo o sogno per il futuro essendomi ritirato da tempo da questa mia attività.

Quale domanda avrei dovuto farti? Quale sport avrei voluto fare veramente nella vita. Il calcio è sempre stata la mia passione. Ho provato da piccolo ma ero imbranato.

Come vivi il pre-gara, la gara e il post-gara? Il pre-gara sempre con tanta tensione, la gara con serenità, e il post gara in base al risultato.

Dietro una gara ci sono tante sensazioni ed emozioni contrastanti, a volte c’è tensione e pressione, ma poi ci si concentra sul proprio corpo, sul gesto atletico che può sembrare fluido e scorrevole, poi c’è il traguardo finale e in base alla prestazione si può essere più o meno felici e soddisfatti, ci si confronta con gli altri, ci sono critiche e giudizi e si riprende la quotidianità fatta di allenamenti e nuovi obiettivi.

Quali sono gli ingredienti del successo? Credere in quel che si fa con tanta passione e tanto cuore.

Cosa diresti a te stesso quando eri più giovane? Di non sentirmi mai inferiore agli altri.

Bisogna sempre mettercela tutta, fare la propria parte, pensare di potercela fare in ogni caso senza limiti e senza aspettative negative, si fa quel che si può vivendo l’esperienza che a volte è molto intensa e arricchente.

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