16 Giugno 2025

Per anni, il nome di Wilson Kipsang ha brillato nel firmamento dell’atletica mondiale. Il maratoneta keniano era sinonimo di potenza e velocità, un predestinato che ha lasciato le piantagioni di mais di Keiyo per dominare le strade delle grandi metropoli. Nel 2013, a Berlino, fermò il cronometro a 2:03:23, battendo Eliud Kipchoge di oltre 30 secondi e stabilendo un nuovo record mondiale. Da quel momento, le cifre dei suoi ingaggi schizzarono alle stelle, arrivando a 350.000 dollari per singola apparizione.

Ma dietro il successo si celava un altro volto della storia: Kipsang non solo ha vinto tanto, ma ha anche perso tutto. L’ambizione di diventare un magnate immobiliare a Eldoret, la città sacra della corsa, lo ha portato a prendere decisioni avventate. Prestiti con tassi da usura, investimenti discutibili e truffatori senza scrupoli hanno trasformato il suo sogno in un incubo.

Oro falso per 40.000 dollari, promesse di raddoppiare la fortuna, affari pericolosi: un patrimonio volatilizzato in pochi istanti. La sua parabola ha raggiunto il punto più basso nel 2020, quando la World Athletics lo ha sospeso per quattro anni per violazioni alle regole antidoping e manipolazione delle indagini. Le sue vittorie a Berlino, Londra, New York e Tokyo sono diventate lontani ricordi, cancellati da scandali e disillusione.

Oggi, a Iten, resta solo un hotel a testimonianza di quello che avrebbe dovuto essere il suo impero. E quando The Economist lo ha incontrato recentemente, davanti a carne di capra e patate arrosto, Kipsang ha lasciato trasparire una lucida consapevolezza: “Quando i soldi piovono, pensi di essere il re del mondo… ma è facile perdere tutto.”

La sua storia è un monito sulla fragilità del successo: un viaggio dalla gloria alla rovina, il ritratto di un campione che, nel rincorrere il sogno della grandezza, ha perso l’essenza della sua leggenda.

1 thought on “Wilson Kipsang, il re della maratona che ha bruciato il suo impero

  1. Non è il primo, non sarà l’ultimo.
    Chissà se la sua grandezza, al fine là delle sue qualità, se l’era costruita legalmente oppure era il frutto delle pratiche che l’hanno portato a 4 anni di squalifica….

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