Yassine Rachik, 22 anni, è uno che corre i 1500 metri, i 10 mila o una mezza maratona, fa mangiare la polvere agli avversari, tanto da essersi già meritato per venticinque volte il titolo di campione italiano. Italiano, però, non lo è ancora diventato.
Figlio di immigrati marocchini, vive in provincia di Bergamo da 10 anni, quindi da quando era ancora un bambino. Qui si è innamorato dell’atletica, qui è diventato un campione. Ha i requisiti per ottenere la cittadinanza anche secondo la terribile legge attuale, che lo tratta da immigrato. Ha presentato la domanda, attende ancora la risposta.
Intanto rischia di perdere la possibilità di partecipare per l’Italia ai campionati europei under 23 che si terranno a luglio in Estonia.
“Questo è il mio paese, qui sono cresciuto e non vorrei gareggiare per nessun’altra nazione” dice Rachik. Ora migliaia di persone chiedono al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di concedergli subito la cittadinanza per meriti sportivi, saltando le pastoie burocratiche della naturalizzazione: è un campione, ha già meritato sul campo, o meglio in pista, di essere italiano.
“In nome di un Paese che ha estremo bisogno di giovani come Yassine, italiani di fatto ma ancora, ingiustamente, stranieri per legge”, il deputato del Pd Khalid Chaouki, ha lanciato ieri una petizione online, che mentre scriviamo ha già raccolto 15 mila adesioni. “Vedere Yassine agli Europei come cittadino italiano sarebbe la prima vittoria per l’Italia!”.